Cristiano Ronaldo: la notte della Remuntada

Il 20 febbraio del 2019 si sono affrontate sul palcoscenico europeo della Champions League due squadre che hanno fatto la storia di questa splendida competizione. Da una parte il calcio spagnolo dell’Atletico, guidato dall’arringa del “Cholo” Simeone, che proveniva da due finali perse contro il Real Marid di CR7 e Zidane e dall’altra parte il calcio italiano della Juve, trascinata dall’astuzia di Allegri e dalla potenza di Cristiano Ronaldo.

La partita di andata è stata vinta dall’Atletico 2 a 0 con una a dir poco stravagante esultanza di Simeone: “Tenemos los huevos”. A fine partita i tifosi del “Cholo” hanno inveito contro Ronaldo ma lui ha risposto aprendo il palmo della mano e mostrando le 5 dita che rapprentano le 5 Champions vinte dal fuoriclasse portoghese.

Nonostante la pesante sconfitta al Wanda Metropolitano di Madrid, a Torino e in Italia, l’attesa del ritrono cresceva giorno dopo giorno, i tifosi sognavano l’incredibile rimonta. Il giorno prima della partita la tensione attanagliava le tese dei giocatori della Juve perché convinti di doversi giocare una stagione in una sola partita da dentro o fuori. Nella conferenza stampa Chielini e Allegri hanno lanciato un appello di restare uniti all’interno mondo bianconero. 

La sera della partita lo Stadium era gremito: 42 mila spettatori e altrettante bandierine. Tutto il mondo collegato, tanti campioni in tribuna e molto nervosismo tra i calciatori. Tranne lui, Cr7 che continuava ad incitare tutti i suoi compagni, perché i campioni sono quelli che riescono a gestire ogni momento dall’inizio alla fine. Quando mancavano 30 minuti, il buio ha ceduto spazio ad una luce che si fa sempre più forte e gli uomini colpiti hanno lasciato che il sale bruciasse le loro ferite.

Pronti via e la Juve subito pericolosa: Spinazzola per Matuidi, il tiro è sfiorato da Ronaldo ma è soltanto calcio d’angolo. Fin dai primi minuti l’Atletico è sembrato in difficoltà, Allegri e Ronaldo lo hanno subito intuito, incitando tutti per una notte indimenticabile. L’elettricità passava dal campo agli spalti e dagli spalti tornava in campo moltiplicata. Dagli sviluppo del corner la Juve passava in vantaggio con Chiellini ma l’arbitro ha annullato per un fallo del 7 bianconero sul portiere. Il preludio del vantaggio bianconero. Dopo un erroraccio dell’ex Morata, la Juve passa in vantaggio: Emre Can riusciva a recuperare un pallone e servire Bernardeschi che, dopo una ficcante ripartenza,  crossava in area, dove Ronaldo saliva in cielo e segnava 1 a 0. Un gol in perfetto stile Juve di Allegri: palla sul secondo palo e chiusura dell’attaccante juventino. La partita si scaldava e Ronaldo saliva in cattedra. Guida i suoi a caccia del secondo gol che, nonostante diverse occassioni, non arriva prima dell’intervallo.

Tra il primo e il secondo tempo Allegri ha predicato calma ma l’inizio del secondo tempo è furente. Azione avvolgente dei padroni di casa iniziata e conclusa sempre dal numero 7 in casacca bianconera: 2-0: la Juve tornava quindi a vedere la luce nelle tenebre. Dopo un’occasione sbagliata da Kean, su imbeccata di Chiellini, all’84° minuto, la Juve chiudeva i conti: lancio per Kean, appoggio per Ronaldo, passaggio per Bernardeschi accellerazione e cambio di direzione verso il centro area: fallo e calcio di rigore per la Juve. Il Cholo predicava calma, m il morale dello Stadium era alle stelle. Ronaldo prendeva la palla e la posizionava sul dischetto. Per l’ennesima volta sapeva che il destino della squadra dipendeva da lui che da lui dipendevano gioia e dolore di ogni tifoso.

Nel momento cruciale, prendeva la sua solita rincorsa: destro secco e rete, 3 a 0. Nel finale la consueta grinta e dei colchoneros non bastava e la Juve centrava il sogno remuntada grazie ad uno strepitoso Cristiano. Per questo tipo di partite, serve coraggio e solo i campioni come lui possono lasciare l’ennesimo segno nella storia della Champions League. Al termine della partita, questa volta, è stato lui  a mostrare “Los huevos al Cholo”. Ronaldo surclassava ancora una volta l’Atletico.

Alessio Marconi IIIE

 

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