La parola all'esperta

La dottoressa Anna Tortorella, responsabile del CUORI  - Centro di Orientamento e Consulenza psicologica  dell' ESU di Venezia - Azienda regionale per il diritto allo studio universitario, ha risposto alle nostre domande sul futuro e la scelta universitaria. Ecco di seguito i suoi suggerimenti e spunti di riflessione.

Domande e Risposte

Domanda: In un momento di incertezza come quello che stiamo vivendo, è difficile immaginare e pensare al futuro, anche quello più immediato che molti studenti delle scuole superiori si troveranno ad affrontare, ed è il futuro universitario. Quali consigli possiamo dare a questi studenti per aiutarli a vivere in maniera serena e consapevole la scelta?

Risposta dell'esperta

Se nell’immaginare il nostro futuro, lavorativo o universitario, non riusciamo ad avere le idee chiare, possiamo sapere che è abbastanza normale. La decisione netta e chiara è spesso un mito, anzi a volte è proprio il pensare che dovremmo essere così, molto sicuri, ad essere un  po’ di ostacolo rispetto al comprendere "che cosa può fare per no".

Possiamo partire da due constatazioni: la prima è che sappiamo che la dimensione evolutiva, il protendersi in avanti è comunque presente, in chi è giovane essere umano. La seconda è che ci sono dei fili che si sono intessuti in noi, nello sviluppo, e che da lì possiamo partire. 

Si tratta di mettersi un po’ al fianco di noi stessi e tracciare qualche linea, su un foglio: partendo dalla scuola superiore, riandare all’allora: ad esempio come è stata quella scelta, e poi se la si rifarebbe, e perché, sia nel caso di una risposta positiva che negativa.

E poi scrivere i nostri interessi, gli ambiti in cui abbiamo esercitato il senso di ‘essere noi stessi’, in cui siamo riusciti o abbiamo provato soddisfazione, che fosse nel mondo della scuola o nel mondo della pratica sportiva o della dimensione amicale e sociale, o anche invece i settori che proprio abbiamo già sentito esserci troppo estranei.

Esplorare i corsi di un ambito che attira, e andare oltre i titoli, fermandosi a guardare che cosa viene effettivamente insegnato. Scoprire i piani di studio, le presentazioni sul sito. E ancora avere un po’ di pazienza, se il quadro non è chiaro; continuare a chiedersi ‘come funziona?? O ’ che cosa vuol dire?’ e immaginarsi in situazione, a studiare quelle materie. Come ci sentiremmo? In questo, utilizzare tutti i molti strumenti che il sistema universitario, l’ateneo, l’Esu mettono a disposizione per l’orientamento - l’ultimo in ordine di tempo sono sei video, caricati sul canale youtube dell’Esu.

..sapere che è come addentrarsi in un territorio nuovo, di cui ancora non conosciamo la lingua, ma in cui portiamo noi stessi. E’ un invito, e anche un’occasione, per conoscersi di più.

Domanda: Il passaggio dalla realtà scolastica a quella universitaria è un cambiamento importante nel percorso di crescita formativa, come ci si può preparare e come si può affrontare al meglio questo momento?

Risposta dell'esperta

E’ un vero passaggio, anche se a volte nel linguaggio si sente usare la stessa espressione, ‘Andare a scuola’. Cosa può aiutare? Credo, aldilà del comprendere l’organizzazione diversa, la strutturazione dei corsi e degli esami, sia utile soffermarsi sulle nuove modalità di apprendimento. Pensate, non più interrogazioni a sorpresa, o interrogazioni su piccole parti di programma, non più neppure però ripassi e riprese di spiegazioni. Siete voi: a decidere di frequentare – anche dove non è obbligatorio - perché capite che è un momento fondamentale: permette di prendere appunti e di cogliere come il docente intende la materia e che cosa poi si aspetta all’esame, di acquisire il lessico di settore. Ecco, imparare il lavoro dello studente universitario è, paradossalmente, proprio come imparare un lavoro: come si affronta lo studio, da quando iniziare a studiare, quanto tempo, e per quale data dare l’esame...
Per chi è ancora a scuola, la preparazione è iniziare a prendere appunti! Chiedersi, ascoltando ‘che cosa vuol dire’, ovvero rimanendo svegli e con la mente attiva, come di fronte ad un quiz: la posizione di chi è lì e accetta la sfida di risolvere un problema. 

Domanda: Il periodo di lockdown e distanziamento fisico che stiamo vivendo può essere impiegato per pensare in maniera costruttiva al futuro? Come e cosa si può fare per rendere il nostro tempo una risorsa utile per il futuro universitario?

Risposta dell'esperta

Direi che in questo distanziamento fisico, di necessità, possiamo scoprire ricchezze e libertà che prima, paradossalmente, non sapevamo di avere a disposizione, o che davamo per scontate, fosse la libertà di vedere un amico o di poter andare a visitare una mostra. Era sempre tutto là, a portata di mano.

Ora, nel scegliere cosa vedere, sia pure online e chi incontrare, sia pure in videochiamata, abbiamo l’opportunità di dirci, ogni volta, quanto siamo fortunati. Tutto quello che ci può avvicinare alla comprensione di noi, come essere umani, tutto poi tornerà utile. Ecco, e poi approfondire, scegliere anche la dimensione della verticale dell’andare in profondità, una volta che ci imbattiamo in qualcosa o qualcuno che ci fa sentire più vivi, più presenti a noi stessi.

Domanda: Il momento della scelta universitaria può talvolta essere vissuto negativamente, perché accompagnato da mancanza di fiducia in sé stessi e paura di non “essere all’altezza”. Cosa possiamo consigliare a chi ha bisogno di lavorare sulla propria autostima in vista del passaggio all’Università?

Risposta dell'esperta

Intanto, che va bene così, perché troverà molte matricole nella stessa condizione, anzi il timore all’inizio è comunque un segnale positivo, non ci fa prendere sottogamba, non ci fa pensare che sappiamo già come muoverci. Poi, che troveremo molti servizi, e strumenti che ci potranno servire. Molte volte, nel lavoro di consulenza psicologica, al servizio dell’Esu mi è capitato di incontrare persone, studenti o matricole, che soffrivano di questa visione di sé come ‘non abbastanza’. A volte, si trattava di un effetto combinato di una scuola superiore già giudicata non abbastanza in linea o abbastanza seria nella preparazione e di una visione di sé, in cui non ci si sente all’altezza del proprio ideale, di come – pensiamo – dovremmo essere.

Può convenire un’ottica ‘lavorativa’: sappiamo che lavorare sui prerequisiti si può, ad esempio incrementando ad esempio lo studio per prepararsi alle verifiche in entrata. Ma si può anche lavorare sullo strumento-studio, facendo crescere la capacità sia di comprensione di un testo, che di riflessione e consapevolezza sul proprio modo di essere nello studio: questo produce effetti positivi anche sul senso di sé, di maggior adeguatezza.

Domanda: I dubbi e le incertezze che emergono nella maturazione della scelta universitaria a volte fanno sì che gli studenti ricerchino l’approvazione dei loro cari (famiglia, amici) e siano quindi condizionati da fattori esterni, anche inconsapevolmente. Come possiamo riconoscere e analizzare criticamente questo tipo di influenze?

Risposta dell'esperta

Ah, le attese! Le attese che noi nutriamo verso di noi, le attese degli altri, e in più quello che noi pensiamo gli altri si attendano da noi...il consiglio è di provare a dirsele, a scriverle su un foglio: dove mi vorrebbero vedere? Con quali risultati? Ed io, che cosa mi aspetto da me...Il percorso universitario sarà appunto un movimento, un percorso di crescita personale, ma anche come allargamento, sia di conoscenze che di prospettive. Anche i genitori potranno allargare la prospettiva, se non hanno ad esempio una formazione accademica sarà nostro il compito di raccontare la realtà della dimensione universitaria.

Domanda: Quali consigli possiamo dare a chi sta pensando di iscriversi presso un Ateneo lontano da casa ma è ansioso all’idea di trasferirsi in una città nuova?

Risposta dell'esperta

Trasferirsi è sfidante, e rappresenta una grande passo verso la maturazione. Credo che raccogliere informazioni chiare su dove alloggiare e su come sarà l’organizzazione del percorso sia fondamentale. Si scoprirà che c’è una rete a disposizione, di ateneo, dell’Esu, l’azienda locale per il diritto allo studio. Venezia è una città molto tranquilla, dal punto di vista della sicurezza, e viene scelta anche perché a questo unisce una dimensione internazionale. Il bando degli alloggi, per chi sarà fuori sede e potrà accedere ai benefici del diritto allo studio, è disponibile da fine giugno sul sito dell'Esu.

Domanda: Nella scelta universitaria molti studenti chiedono quali saranno i lavori del futuro. Come è possibile orientarsi alle professioni? Quali valutazioni uno studente in fase di scelta può fare, sia su sé stesso sia sul mondo del lavoro?

Risposta dell'esperta

Può permettersi di esplorare il mondo delle professioni – ad oggi note, perché abbiamo la ragionevole prospettiva che nuovi lavori si svilupperanno – ad esempio sui Repertori professionali, e provare a vedere a quali aree lavorative il corso di laurea conduce, e per i lavori chiedersi “In che cosa consiste quel lavoro? Quali sono i requisiti, di conoscenza ma anche di modo di essere, che può richiedere?”. I lavori poi si sviluppano rispetto alle linee dell’innovazione, o all’incrocio di saperi e competenze, per rispondere a nuovi bisogni. Quindi, essere curiosi è ottimo. 

Segnalo anche uno strumento che abbiamo messo a disposizione, sei video sulla scelta, che abbiamo caricato sul sito youtube dell’Esu di Venezia, uno dei quali è dedicato proprio a dei passi utili per immaginare il proprio futuro lavorativo. 

Last update: 16/12/2020